Le caratteristiche degli elettromagneti, come si può ben immaginare, sono assai varie, in quanto diversi sono i fattori che concorrono nel determinarle; per esempio, basti pensare che una bobina alimentata da un flusso di corrente variabile darà luogo ad un campo magnetico variabile la cui diretta conseguenza sarà la produzione di una forza altrettanto variabile.
Parlando, appunto, di forza generata, si può affermare che la sua intensità diminuisce con la distanza tra le parti e, per questo motivo, l'elettromagnete può agire solamente a breve distanza.
L'intensità del campo magnetico è invece calcolabile (sostanzialmente seguendo le regole dell'induzione magnetica) ed il risultato corrisponde a questi due parametri:
- proporzionalità al numero delle spire del solenoide. Uno dei fattori che concorre alla determinazione dell'intensità del campo magnetico è proprio il numero di spire, quindi la lunghezza del filo; più questo sarà lungo e meno sarà la corrente circolante. Per ovviare a questo problema sarà sufficiente aumentare la sezione del filo.
- proporzionalità alla corrente circolante. Come ovvio, l'intensità del campo magnetico dipende direttamente dalla quantità di corrente che circola nel solenoide. Si deve però tenere conto che l'energia elettrica che attraversa il solenoide porta naturalmente alla generazione di calore, il quale dovrà dunque essere smaltito.
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